I termini sovrastrutturali “destra” e “sinistra” sono morti. La gente parteggia per gli uomini, pro e contro.
di Ruggiero Capone
Cari Oni, sia consentita questa contrazione che tanto sa di buon vecchio sanscrito, ma è il modo più semplice per scrivervi. Infatti in Italia non abbiamo che due certezze politiche, o si finirà governati da Berlusconi o da Veltroni, e comunque Oni è la giusta sintesi per forze che tanto si rassomigliano. Qualcuno obietterà che comunque è un bel passo avanti, infatti se passati dalla fase arcaica degli Is (De Pretis) agli Itti (Giolitti), quindi s'è iniziati a crescere e ci si è ritrovati Ini (Mussolini), oggi che s'è maturi non ci si aspetta altro che essere Oni. Ci si chiede come poi si farà a dir che gli italiani sono una massa d'oni se poi votan per Veltroni. Ma non addentriamoci in questo circolo vizioso, sarebbe oltremodo faustiano se due politici si guardassero allo specchio e si sentissero politicamente dei sosia. Dei sosia per metodi, uomini (grandi transumatori), proposte, amici.
Ma quello che si nota in politica è oro. Infatti nessuno poteva prevedere che una legione d’uomini tutti uguali e tutti egualmente mediocri si stesse moltiplicando, insinuando i propri tentacoli nella stampa, nell’istruzione, nella politica e nella cultura. E questa torma di insipidi si spera possa essere fermata sia da Berlusconi che da Veltroni. Si auspica che gli Oni mostrino gli attributi, ripristinando la ormai invertita scala valoriale, caricando sulla dirigenza di questo paese il giusto fardello (non caricare mai sull'uomo un fardello superiore alle sue forze raccomandava il buon Tertulliano). Quindi si consiglia agli Oni, e prima di giurare per un prossimo governo, la lettura di “Processo agli imbecilli”, opera del francese Jean-Marie Benoist, allievo di Claude Levi-Strauss, che dopo essere stato attaché culturale all’ambasciata francese a Londra, partiva lancia in resta contro i “nuovi maestri”, quelli che impongono un sapere rozzo e semplificato, strumento di tirannia, spettro livellatore di uniformità telegenico-psicofisica. La domanda sorge spontanea: come si può perdonare alla “Oni generation” la creazione d’una manodopera intellettuale anonima ed intercambiabile, che poi è il traguardo di tutti i regimi che cercano il consenso delle masse? E' semplice, entrambi gli Oni devono prendere coscienza che nuovi maestri vi usano, vi crocifiggono e spremono. I nuovi maestri, e questo Berlusconi forse non vuole comprenderlo, usano la stupidità saccente per muovere sempre più brutali attacchi alle diversità del corpo sociale italiano. Tentando di far tacere ogni voce singola.
Poi, caro Berlusconi, la sua rivoluzione è fallita perché il peso del gruppo (della massa) ha soffocato la caratteristica pluri-individuale di Forza Italia, il senso di libertà per intenderci. A lei caro Berlusconi l’Italia deve tanto, ma non si può perdonarle di non aver ascoltato chi la metteva in guardia dai manager senz’anima, maniaci dell’organizzazione, megere dell’intrattenimento, progressisti che hanno imposto i nuovi dogmi e rituali a dispregio della tradizione politica da lei rappresentata, ma abusando sempre e comunque dei suoi mezzi economico-comunicazionali. Caro Cavaliere perché le sue televisioni insistono nell’affidare programmi a pedagoghi dell’amnesia, che trasformano i giovani in perfetti ingranaggi dell’apparato nemico delle libertà? E lei caro Veltroni perché non ammette di far parte d'un incantesimo che sta riportando l'Italia al '700, epoca della fissità sociale delle classi? Infatti come può più un operaio, un manovale ed un colto diseredato sperare che il suo partito difenda gli esclusi?
Cari Oni guardatevi dal potere della tecnocrazia che oggi vi lusinga, è pronto a servire qualsiasi padrone, si tratti del materialismo volgare o della nuova religione di stato. La libertà s’esprime nel non conformismo degli individui, difendetela cari Oni. Purtroppo s'è coscienti che Camus, Dostoevskij, Bernanos, Nietzsche, qualora redivivi, verrebbero ignorati, tuttalpiù invitati in un ristorante televisivo dove, per compiacere il popolo bue di crociana memoria, si metterebbe loro accanto un cafone abbronzato. Quest’ultimo, per divertire il telespettatore, avrebbe l’ingrato compito del boia mediatico. Cioè far passare per coglione anacronistico il pensatore. Sì coglione, al pari di quelli che Berlusconi ha stigmatizzato come elettori del centro-sinistra. Lei, caro Cavaliere, obietterà che anche Prodi ha fallito e che lei tornerà al governo, perché la gente vota l’uomo e non più programmi ed idee (porzioni residuali del secolo breve). Ed allora, cari Oni, si vuol regalare un pensiero, merce che oggi vale zero, ad entrambi, abbinato ad una verità storica che vi farà piacere scoprire: dopo poco più di duecento anni i termini sovrastrutturali “destra” e “sinistra” sono morti. La gente parteggia per gli uomini, pro e contro. Berlusconi, D’Alema, Veltroni, Mastella, Fini, Rutelli, Casini, Bertinotti, Bossi (qualcuno scuserà la non menzione) sono ormai nomi di duchi longobardi in epoca di gran confusione medievale, o di baroni nelle Due Sicilie barocche. Ognuno di loro è signore del proprio elettorato. Ognuno muove contro l’altro, ed in vicendevole alleanza, dimenticando da dove viene. Destra e sinistra sono morte e con lei noi. Non serve più l’intellettuale, servo della res publica, ma il giullare schierato che diverte ogni singola corte. Non serve più il giornalista, ma un esecutore d’ordini in decente sintassi. Non serve più tradurre ed interpretare i classici, perché la gente del borgo vive di cultura orecchiata. S’è tornati alla tradizione orale, ed il cantastorie ha accesso al borgo solo quando è nel novero degli amici del signore. Oni, difendeteci dalla casalinga di Voghera con velleità televisive, dal musicista esperto in karaoke, dal politico che scambia Palazzeschi per una agenzia concorrente di Toscano immobiliare, dal parlamentare che non sa cos’è una copertura di bilancio e vota per la Finanziaria, da chi sostiene che il teatro annoia ed i reality show fanno passare la serata, da chi pensa che Murat sia stato un ricco commerciate di sigarette, da chi pensa che Livingstone abbia fatto una comparsata in Indiana Jones, da chi sostiene che Mare Nostrum è il nomignolo d’una spiaggia frequentata da politici della passata repubblica. Oni è troppo tardi, abbiamo perso. Ed è grama consolazione sapere che un giorno delle delicate mani faranno riaffiorare questa epica (speriamo) battaglia tra i liberi difensori della nostra storia di libertà e quell’esercito dei barbari cibernetici che considerate vostri amici-elettori.
lunedì 12 novembre 2007
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